Sono stufa. Mi ritrovo regolarmente con persone che non mi danno quello che cerco.
Ecco, qui sbaglio. Cerco.
Forse dovrei semplicemente mettere il desiderio di fronte al Gohonzon e smettere di cercare: togliere l’amore, quello verso un partner, dalla mia "agenda", e lasciare che accada quando dovrà accadere, punto.
Smettere di cercare con questa solita cornice senza il quadro che cerco di applicare a tutti… "Sei tu quello giusto?! Sei tu quello giusto?!"
Ho capito già da un po’ che da Stefano non posso pretendere nulla, non posso ricevere nulla. Non è capace. Non ci sta con la testa, in molti sensi. Per il trauma cranico (che ormai è passato, però! Mo’ basta giocarci!), perché ha ancora il ricordo vivido della ex che ancora gli sfracassa i marroni, perché ha troppe cose a cui pensare, e soprattutto…. PERCHE’ E’ UN GRANDE EGOISTA. Come molti degli uomini che mi sono capitati a tiro in tempi più o meno recenti. E’ lui che decide cos’è importante e cosa non lo è, spesso passando sopra i miei sentimenti.
Quindi, la domanda (retorica) la devo porre a me stessa: LA VUOI FARE FINITA?!!???
Nel momento in cui mi affiderò completamente al Gohonzon, io lo so, arriverà QUELLO giusto.
Eppure continuo ad andarci di testa, di pancia, non so come dire… Vedo un ragazzo che mi piace, o uno che mi dà un minimo di attenzioni, e io già parto per la tangente… Non dico che mi innamoro di tutti, non è così. Ma dico che la mia mente subito inizia a vagare per il futuro… In realtà sono riuscita, con Stefano, a vivermi la situazione QUI ED ORA in maniera corretta, senza attaccamenti, per non soffrire, però è anche vero che ho messo da parte l’orgoglio, che ho messo da parte i miei bisogni, e per quanto sia rimasta bene incentrata su me stessa senza perdermi di vista, ho comunque perso di vista che io UN UOMO COSI’ NON LO VOGLIO.
I primi giorni sono stati belli, prima dell’incidente, siamo stati bene insieme, nonostante la sua malinconia per la ex. Poi dopo l’incidente il casino più totale. E’ diventato aggressivo, è arrabbiato con tutto il mondo, con la vita in particolare perché gli ha tolto tanto eppure si è sempre dovuto sudare tutto… E se l’è presa anche con me: l’unica che forse gli è stata vicina con tutta sincerità e appoggiandolo, dandogli fiducia…
Ieri sera aveva deciso di venire con me al Kaikan, ma io dovevo andare a fare attività di protezione byakuren dalle 19, e lui invece staccava da lavoro a piazza del Popolo alle 19,15. Allora ci siamo sentiti affinché coi mezzi si avvicinasse al Kaikan, e poi, potere mistico del mio daimoku, avevo desiderato di trovare il modo di andarlo a prendere il più vicino possibile al Kaikan (per non lasciare la mia postazione byakuren troppo a lungo) abbinando l’accompagno di qualcuno DAL Kaikan. E così è stato! E pure preciso come luogo! Una ragazza del call center aveva bisogno di andare a Via delle Vigne Nuove, e così poco prima delle 21 sono andata a prenderlo proprio lì. Come siamo arrivati al Kaikan, dove tra l’altro c’era Simone come sokahan, e con lui non si vedevano da più di 10 anni, lui ha guardato il cellulare, mi ha chiesto scusa, e mi fa "devo fare una telefonata, scusa…" Tra l’altro nonostante sapesse che m’ero allontanata per lui ma che il mio posto era al Kaikan, dentro uno dei butsuma (luogo di preghiera, n.d.r.), ha fatto le cose con moooolta calma: prima al tel era nervoso perché non capivo dove dovessi andarlo a prendere (io non sono di quella zona, che ne so! Per fortuna che c’era ancora con me in macchina quella ragazza, che ha notato, visto che avevo il vivavoce inserito, che lui era molto nervoso, e mi ha dato lei le indicazioni per andarlo a prelevare…), poi quando la ragazza è scesa e lui è sceso dal posto dietro per sedersi davanti, è salito in macchina ma stava parlandomi di non so che e c’ha messo un po’ per chiudere lo sportello: finché non l’avesse chiuso non potevo ripartire!!! Alla fine gliel’ho dovuto chiedere… Poi arriviamo al Kaikan e dal parcheggio al butsuma grande camminava piano piano, parlandomi di (ancora) non so che… Io continuavo a pensare che dovevo andare, e gliel’ho detto, mentre allungavo il passo ma lui niente, a due all’ora che rimaneva dietro e mi dovevo fermare per aspettarlo… "Ah, scusa, tu devi andare, hai ragione…" ma neanche un centimetro più veloce.. Gli dico che comunque dovevo passare a lasciare la borsa nella saletta dei sokahan-byakuren, e lui ancora a passo di lumaca… Poi però quando siamo lì alla saletta se ne esce che deve fare la telefonata di cui sopra… Magari perché se n’è accorto allora solamente, non so (ma poteva abbandonarmi prima allora)… Comunque voglio dire: le sue cose hanno priorità, le mie sticazzi, anche quando sono importanti come il servizio di protezione, e chi se ne frega che ho abbandonato il Kaikan per venirti a prendere perché tu avevi desiderio di venire a praticare e non hai un mezzo proprio, così ti ho facilitato gli spostamenti!
Poi è scomparso per oltre mezz’ora… Quando erano le 21,35 ho iniziato a cercarlo per il Kaikan, appena Simone mi ha dato il cambio per la protezione al Butsuma grande dove stavo da sola… Dopo oltre 5 minuti in cui correvo da una parte e dall’altra (e mica è piccolo!), alla fine lo trovo al parcheggio. Gli ho ricordato che il Kaikan chiudeva alle 22, e che se voleva praticare doveva farlo adesso o dopo avremmo chiuso il butsudan! E lui "Ah, scusa, non lo sapevo" "Ma io te l’avevo detto…" e lui "dovevo fare quella telefonata…" (con una faccia fino a per terra) e io "Beh, la vita è fatta di scelte… Se dovevi parlare con LEI potevi scegliere di chiamarla più tardi: sei venuto fino a qui apposta e ti sei giocato 40 minuti… Le cose non ti ACCADONO. Le scegli tu." e lui "Che ne sai che fosse LEI?" "Era ovvio che fosse lei, ti si legge in faccia…" "ah…" e poi "E comunque almeno per rispetto al fatto che ho lasciato la mia attività di protezione per venirti a prendere facendoti un’offerta, potevi giusto farti vedere in sala un attimo." "Hai ragione, scusa…" "Poi comunque sei libero di non praticare o praticare, è una tua scelta, ma magari la prossima volta avvertimi prima…" (la sgridata ci stava tutta: si comporta sempre come se le cose lo travolgessero…)
Dopo di che è venuto, con ancora quella faccia da funerale, nel butsuma grande a recitare un po’.
Dopo la chiusura del butsuma siamo rimasti a parlare con Simone e Giampiero, l’altro (mito) sokahan. Stefano ha fatto un terzo grado di domande e dubbi. In realtà è ESTREMAMENTE scettico. Giampiero ha risposto a tutto, è stato anche simpatico (lo adoro!) nel suo modo di rispondere. Io mi sarei innervosita già da un certo punto in poi. Come gli ho detto anche oggi parlando al telefono, a Stefano dico, quello che mi dà fastidio è che non dica neanche una cosa positiva. Non dico che DEBBA. Ma se non sperimenta non può sapere. Se parti che già sei convinto che non funzionerà, se parti che quasi ti sembra stupido tutto quello che facciamo, se parti ultrascettico, se non ti affidi, questa pratica FORSE funzionerà, e comunque funzionerà non come funziona a chi si AFFIDA. Bisogna sperimentare. Lui neanche ci prova. Ha riiniziato a praticare, dice, anche a lavoro, un pochino, avendo tutte quelle ore in piedi… Ma poi "ci va" completamente di testa, ogni cosa è un dubbio, una domanda, una questione, a volte anche aggressivamente… Non mi piace la gente che mi mette spalle al muro. E lui spesso mi ci mette, mi ci ha messa. Stasera poi, anche, pure.
Insomma, ieri sera alla fine lo riaccompagno a casa dei suoi (a Roma!) a mezzanotte, poi restiamo a parlare un altro po’ in macchina. Gli dico che non mi piace come mi ha trattata ultimamente, che ha fatto di tutta l’erba un fascio, che va bene che io lo supporto, lo sostengo, che forse sono l’unica che crede in lui fino in fondo, che è convinta che la sua vita sia meravigliosa (come quella di tutti) e che farà grandi cose, però questo non gli dà il diritto di prendermi a pizze in faccia, di sparare nel mucchio prendendo anche me, quando ce l’ha con tutto e con tutti. Dovrebbe capire che sono il faro in mezzo alla nebbia, che merito rispetto, che non sono uguale ai suoi genitori-fiato sul collo, alla sua ex che non si sa che vuole né da se stessa né da lui, e gli ricordo che non è giusto rinunciare ai propri sogni solo perché ancora non si sono realizzati e perché si vede la persona amata (riferendomi a LEI) non volere le stesse cose che vogliamo noi. In questi casi ci si deve analizzare fino in fondo: forse sei davvero cambiato e non vuoi più le cose che hai iniziato a chiederle due anni fa. Ma se la questione è invece che vuoi lei e per questo sei disposto a rinunciare ai tuoi sogni, NO, NON VA BENE. (Nel mentre mi dicevo MA GUARDA TE SE DEVO FARGLIELI IO STI DISCORSI…)
Alla fine ci siamo salutati, senza NEANCHE UN BACIO. Un bacio sulle labbra, dico. Lui salutandomi mi ha abbracciata due volte. Due volte nell’arco di un paio di minuti, ogni volta, come la prima volta, sniffandomi il collo, e baciandomi doppiamente una guancia sola. E’ evidente che non gli sono indifferente, nonostante tutto.
Io invece, non ho avuto lo stesso desiderio delle altre volte di baciarlo. Ho tenuto le distanze tutto il tempo. Mi piace. Mi piace tanto. Ma non voglio più cedere ai miei desideri. E’ inutile. Lui non vuole me, è ben chiaro, altrimenti avrebbe approfittato del tempo insieme di ieri in maniera diversa. Altrimenti rivedendomi dopo 10 giorni quasi avrebbe reagito in maniera più "disinvolta", senza farsi frenare da quello che evidentemente rimane il suo desiderio primario: LEI. Non so che cavolo voglia dalla loro storia. Si logora. Si logorano. Gliel’ho detto, ieri: dovresti finirla di punirti e decidere di essere felice. Non stai bene neanche così. Non so cosa cerchi da lei, cosa vuoi da lei, cosa vuoi da te con lei. Ma è evidente che continuare a sentirla (e a vederla?!) ti fa male: ogni volta hai questo muso fino a per terra. Sei profondamente masochista, si vede in tante cose che fai. Invece dovresti iniziare ad amare la tua vita, il tuo corpo, e credere fino in fondo che MERITI DI ESSERE FELICE. Basta vivere nel passato! Vivi nel presente!
Appena sono arrivata a casa, mi arriva un messaggio sul cellulare in cui mi ringrazia per tutto quello che ho fatto per lui, per i vari accompagnamenti, per le parole, per l’incoraggiamento, per lo shakubuku, per il daimoku e il sostegno, per una poesia che gli ho dedicato, e per ME, per come sono.
Io gli ho risposto con delicatezza, come sempre.
Oggi avevo chattato con un suo amico, che quando ci conoscemmo 16 anni fa era il suo migliore amico. Avremmo dovuto vederci tutti e tre giovedì sera. Avevo provato a chiamare a casa Stefano a pranzo pensando che stesse lì per parlargli della cena, ma mi ha risposto la coinquilina (alla quale ha affittato da pochi giorni una stanza, e ieri sera ne diceva peste e corna, compreso che questa persona ne ha viste di cotte e di crude affettivamente parlando, e praticamente ora GLI batte i pezzi perché lui comunque ha cercato di accoglierla, e lei non è abituata a tutte queste attenzioni e quindi ora è convinta che sia l’uomo della sua vita…).
Alla lezione di doppiaggio di stasera tra noi "alunni" si era parlato di andare a cena e cinema giovedì sera e io avevo detto che avevo già questo mezzo impegno con loro due (sono stata presa in giro dagli uomini, ahahahah, perché, ancora, come venerdì scorso con loro, sarei dovuta andare a una cena sola con due uomini, ahahahah).
Poi Stefano torna a casa in tardo pomeriggio e me lo trovo su Facebook. Ci scambiamo qualche messaggio, e mi dice che per giovedì ci saremmo dovuti parlare, e che mi avrebbe chiamata subito, ma io stavo uscendo, quindi gli ho proposto di farlo dopo la lezione di doppiaggio. Così è stato. Appena tornata alle 23,15 mi chiama e parliamo. Era come sempre un po’ nervosetto. Ho provato a chiedergli se si poteva fare venerdì sera, ma lui stizzito ha detto che dopo 9 ore in piedi a lavorare non sarebbe certo stato di grande compagnia venerdì sera. Ah, come prima cosa ha detto "ma perché tu credi che R. non ci darà buca?!" e io "beh, al più ceniamo da soli io e te, ti fa schifo?!" "Ah, no di certo."
Ok, almeno questo va’…
Comunque, ogni cosa che ho detto l’ha in qualche modo innervosito. Siamo finiti a riparlare di Giampiero e della questione della sera prima, del fatto che secondo lui Giampiero era stato prevenuto nei suoi confronti sin dal primo istante. Cosa secondo me, che lo conosco un po’ di più anche se non bene, non vera. Anzi, ha portato una grande pazienza rispetto a quella che avrei avuto io, subissata da tutte quelle domande che ha fatto Stefano… Il bello poi è che Stefano può usare tutto il SARCASMO che vuole, ma se tu usi un po’ di ironia con lui, va subito in puzza… Ma guai a dirglielo!
A un certo punto ha deciso di troncare la telefonata… Gli stavo raccontando del fatto che uno del mio corso non ho capito se ci sta provando o mi sta prendendo in giro… Lui si deve essere innervosito per questo, non lo so, e appena ho finito la frase che stavo dicendo mi fa "Vabé! Buonanotte." ma serio, non scherzando. Stava proprio troncando la telefonata… O____O Mi sono un attimo innervosita perché appunto ha questo modo di fare che prende e tronca lui le comunicazioni. Ho cercato di chiedergli che fosse successo, se magari gli avesse dato fastidio questo argomento, e lui "no, no, no, voglio solo attaccare…Non ho altro da dirti, quindi ti saluto…" O___O "Ma io stavo parlando" "Ma io no, e voglio attaccare" "Ah, grazie della possibilità di scegliere che mi dai… come al solito…" Insomma, alla fine ha salutato e attaccato. Fantastico.
Mi richiama dopo un quarto d’ora, nel quale quarto d’ora la mia prima reazione non ricordo qual è stata ma di sicuro ero nervosa, poi però ho acceso la televisione, finalmente alle 23,30 mi ero seduta a cenare, e mi ero distratta e chi se ne frega.
Invece mi richiama con la coda tra le gambe e mi dice "mi chiedevo se dopo un quarto d’ora eri ancora arrabbiata con me…" e io "Io?! Sai che me ne frega… M’è già passata. Io sono così. Poi avevo fame, mi sono seduta davanti alla pappa, ho acceso la tv e chi s’è visto s’è visto…" ma poi abbiamo iniziato a parlare di questa sensazione che ho SIN DALL’INIZIO di questa "storia", cioé che io NON SONO DIPENDENTE DA LUI come ha detto lui una volta, e come ha anche ribadito ieri sera in macchina sotto casa dei suoi. Io sono SUBORDINATA A LUI. Subordinata a quello che decide lui, a quello che vuole lui.
Definizione di subordinazione dal dizionario:
p.pass., agg., s.m.
1 p.pass. ⇒subordinare
2 agg. CO di azione o circostanza, che dipende dal verificarsi di un altro evento: la mia partenza è subordinata al suo arrivo
3 agg., s.m. CO che, chi svolge un lavoro subordinato o è subalterno ad altri in una scala gerarchica: impiegato s., un capoufficio che rispetta i suoi subordinati
4 agg. BU ubbidiente, rispettoso
5 agg. TS gramm., di proposizione, che si trova in posizione di subordinazione
6 agg. TS mat., di ente, contenuto in un altro della stessa natura
Beh, calza perfettamente!!! Ogni cosa l’ha decisa lui: se e quando vederci, se e quando sentirci, se e come parlarci, se e quando baciarci, se parlare o meno di qualcosa, se fare o meno qualcosa. Anche se poi la penultima volta che c’eravamo visti aveva detto "allora sarai tu a decidere quando ci rivedremo…". Ma io valgo meno di niente per lui. Valgo quando gli servo, valgo perché lo faccio sentire un attimo tranquillo, lo faccio sentire che questa vita vale la pena di essere vissuta fino in fondo con fiducia… Ah, sì, nel messaggio di ieri sera mi ringraziava anche perché gli avevo fatto ritrovare la fiducia che il suo sogno di diventare un doppiatore possa diventare realtà. Ma poi mi porta il rispetto, non so, che porterebbe a chi!? Non mi viene in mente nessuno, guarda. Lui quando ho usato la parola "subordinata" mi ha detto "Ah, succube!" "No, subordinata" l’ho corretto io per ben 3 volte. Perché non sono sottomessa o plagiata (sono sinonimi di questa parola da lui usata), ma nella nostra pseudo-relazione mi sono ritrovata a dover fare tutto a seconda delle SUE decisioni…
La cosa meravigliosa è stata che si stava scaldando per questa cosa, perché non si trovava d’accordo, e confutava quello che dicevo, poi nel mezzo del discorso improvvisamente rientra la sua coinquilina che era rimasta fuori fino ad allora per una riunione di lavoro, e lui fa "Tutto bene?" (risposta di lei che non ho potuto sentire…) e lui si rivolge a me e mi fa "Scusami ma ti devo salutare. Ci sentiamo dopo, ciao." O___O COOOOOSAAAA?!! Gliel’ho detto subito "Stavamo parlando, scusa…" "Sì, ma lei sta piangendo, devo andare, a dopo ciao." e attacca.
E STI GRAN CAZZI DELLA SOTTOSCRITTA, NO?!
Mi ha richiamata non so quanto tempo dopo, che a me ancora fumavano ma con meno vigore di prima… Però lui c’ha messo un attimo a riattizzare il fuoco… Praticamente lei stava piangendo non ho capito perché. Lui l’ha consolata. Io ho fatto una battuta dicendo "capirai, quando una donna piange e viene consolata da un uomo, scatta subito la gratitudine con un bacio… come nei migliori film…" e lui "Infatti c’ha provato." O___O io scherzavo! Invece c’ha provato ma non c’è riuscita. O chissà. Non chiedo. Comunque a lui lei fa schifo, così ha detto ieri (non ne ha certo decantato i pregi…) e quindi non è andata a "meta", diciamo così… Però lui non mi poteva raccontare meglio perché poi lì manco c’è la porta tra le due stanze, ma solo un separé di fortuna… Comunque siamo tornati a discutere perché, e qui forse ho sbagliato, gli ho dimostrato il mio risentimento per il modo in cui ha troncato ancora una volta la comunicazione in maniera UNIVOCA. Il mio parere vale meno che zero: è lui che ha deciso di troncare la telefonata nella prima della serata, lui che ha deciso di troncare la seconda. Ma quel che mi ha dato più fastidio è stato che abbia scelto, proprio come ieri, che valesse di più dar retta alla sua COINQUILINA DA UNA SETTIMANA che piangeva, piuttosto che a me che stavo dall’altro lato del telefono e gli stavo esponendo il modo in cui mi sento sempre con lui: subordinata. E la cosa allucinante è che sebbene stesse confutando queste cose, poi si è ricomportato esattamente come voleva, esattamente nello stesso modo. Lui ha detto a me che è allucinante che io abbia queste "pretese"! Ma non sono pretese!! Si tratta di RISPETTO, perché facendo così non è tanto il fatto che abbia dato più importanza a lei che a me, quanto il fatto che abbia mancato a me di rispetto, chiudendomi praticamente la comunicazione, il telefono in faccia, nel pieno di un discorso, solo perché lei è arrivata piangente! Lei di cui comunque la sera prima parlava con disprezzo, prendendola in giro per l’accento che ha, per il cesso che è (sì, ha usato proprio parole brutte per parlarne…), e altre cose molto dure…
Insomma: CHIUNQUE E’ PIU’ IMPORTANTE DI ME.
Ecco, questo ritorna, continua, imperterrito a tornare nella mia vita, cazzo!
Dov’è che sbaglio?! Mi sto donando, sto donando tutta me stessa alle persone che ho intorno e NON CHIEDO NULLA. Non voglio nulla. Sto donando da un bel po’ di tempo a questa parte senza minimamente pensare "mi tornerà indietro prima o poi". Ma allo stesso tempo vado davanti al Gohonzon chiedendo che uno dei miei obiettivi più grandi si realizzi: una RELAZIONE DI VALORE, UNA RELAZIONE IN CUI IO E LUI SIAMO ASSOLUTAMENTE SULLO STESSO PIANO. Ho smesso di mettere un nome a quel lui, ho smesso di chiedere che abbia o meno questo aspetto o quell’altro, che faccia questo o quello, ho smesso di chiedere QUALCUNO, ma solo LA PERSONA GIUSTA.
Eppure continuano ad arrivarmi stronzi che non riconoscono la mia buddità, che non riconoscono nemmeno quanto io faccia per loro. Non dico RICAMBIARE, ma riconoscere. Stefano ieri sera mi manda quell’sms pieno di apparente gratitudine, e poi stasera se ne esce che devo smettere con le mie allucinanti pretese?!!!! E poi riconclude la telefonata con la stessa frase di prima in cui dice che non abbiamo più niente da dirci (seguendo il mio filo) e tanti saluti! Che poi per altro ha ammesso che nella seconda telefonata della serata lo AVEVO FATTO INNERVOSIRE CON QUALCOSA CHE AVEVO DETTO O FATTO… Ah, allora lo ammetti che ti dava fastidio il discorso dei miei potenziali spasimanti!!! O forse gli dava fastidio che io non mi ricordassi le cose belle che ha detto sulla pratica di Nam-myoho-renghe-kyo, ma devo dire che da dopo l’incidente non gli ho più sentito dire belle cose su questa pratica… E comunque gli ho detto che potevo anche non ricordarle io, e che quindi me le riferisse di nuovo, se se le ricordava lui. Ma niente. E quando abbiamo parlato ieri in macchina del fatto che lui non voleva che io lo "aspettassi", io l’ho guardato un po’ strabuzzando gli occhi dicendogli che stavo già oltre, che ho smesso di aspettarlo, che non mi aspetto nulla da lui, e che mi guardo bene intorno, comunque… che comunque anche io ho i miei spasimanti, non sono mica da sola in attesa di lui che si muova, anzi… Lui ha detto di non essere geloso, ma a giudicare da come ha reagito, comunque, tra ieri sera e oggi, un po’ gli rode secondo me, altrimenti non si spiega.
Ah, è arrivato a dirmi che faccio due fatiche se mi sono incazzata perché ha attaccato il telefono per dare retta alla coinquilina… Carino!
Niente, senza parole.
Questa sono io. Sono io che sbaglio. Sono io che lascio troppo spazio agli altri, ed evidentemente, ancora, ho lasciato il mio lato zerbino troppo esposto. Per quanto io NON VOGLIA essere trattata più così, mi ritorna sempre questo karma. Allora sono io che permetto agli altri di prendersi libertà che non devono!
Ovviamente la cena di giovedì con lui e il suo amico non la voglio più fare, gliel’ho scritto anche su Facebook un secondo dopo che abbiamo attaccato. Io dovrei far spostare a tutti i miei compagni questa andata al cinema a un altro giorno per questo stronzo? (Appena abbiamo attaccato il VAFFANCULO è partito subito…) Non esiste! Piuttosto vado con loro poi sta cena col suo amico ce la faremo io e lui, il suo amico dico, senza Stefano! Se è lui ad avere problemi il venerdì, sabato e domenica, chi se ne frega di lui! E’ pure scettico che il suo amico non mi dia buca! Bene, vedremo! Magari me la darà questa buca, ma intanto decido io il giorno, non in base agli orari di Stefano, ma ai miei!
Basta zerbino! E sti cazzi.
La cosa allucinante è che non si sa QUANTE VOLTE MI ABBIA DETTO SCUSA STEFANO IN QUESTE ULTIME SETTIMANE! O forse sin dall’inizio. Scusa per qualsiasi cosa. Anche stasera scusa alla prima telefonata, scusa alla seconda… Se ricapita che ci sentiamo capace che mi ridica scusa, stavolta per la terza telefonata. Ieri sera mi ha richiesto scusa per l’ennesima volta per un’altra telefonata in cui era stato tutt’altro che simpatico… Insomma: hai i cazzi tuoi?!!! Prenditela con te stesso, prenditela con chi ti pare, MA RISPETTAMI.
E io mi sono veramente rotta le palle!